mercoledì 16 dicembre 2009

Parlano tutti, parlo anch'io.

Parliamo un po' dell'aggressione a Berlusconi. Anzi, no, non parliamone perché si è già detto tutto è il contrario di tutto.

Inutile stare qui a ribadire cose già scritte da milioni di persone, che siano opinioni pro o contro.

C'è una cosa che mi chiedo da quando è successo questo fatto: adesso è cambiato qualcosa o va avanti tutto come/peggio di prima?

Ecco, appunto. Fine delle trasmissioni.

venerdì 11 dicembre 2009

Pillole di risate

Provo un dvd che ha scaricato mio fratello. Parte il film... è un porno.

"Ehm... per caso "La sposa in nero" di Truffaut è famoso per essere il primo film porno del regista?"

"No."

"Ah... allora ci hanno fatto un pacco."

"Già... questo più che "La sposa in nero" mi sembra "Il nero nella sposa".

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Tra l'altro, il problema di scaricare film e poi scoprire che si tratta di porno è un dilemma vecchio come Internet. C'è modo per combattere questa guerra? Non credo, però avrei una soluzione almeno per ribattere colpo su colpo. Mettere sulla rete milioni e milioni di cartoni animati per bambini e rinominarli col nome di film famosi porno. Pagherei per vedere la faccia del quindicenne brufoloso che sta per masturbarsi e che invece si trova davanti "Topolino e il Magico Natale". Uno a Uno, palla al centro! Tiè!

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In famiglia abbiamo iniziato a fare i regali di Natale. Non so come sia successo, ma ognuno già sa cosa c'è sotto l'albero... solo che ignora che in realtà si tratti del suo regalo. Ho preso un bagnoschiuma per mia mamma... ma ho fatto finta che è per una mia amica. Lei ha preso un aspirapolvere per la macchina per mio padre, ma gli ha detto che è per un mio amico. Io devo andare prima con mia cognata per prendere vari regali e poi con mio fratello per prendere il regalo a lei. Insomma, andando avanti di questo passo, sapremo già tutti cosa ci sarà sotto l'albero, ma scopriremo solo a Natale che in realtà "quello" era il nostro regalo. Esperimento insolito, ma almeno passeremo una nottata ricca di sorprese!

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Se un pazzo ti dice che sei pazzo, sei pazzo due volte? (Sergio Menna)

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Se un'ambulanza fa un incidente, a soccorrerla ci va un'altra ambulanza? (Sergio Menna)

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Se una persona cerca di scendere da una scala mobile che va nel senso contrario e cade... cade all'infinito? (Davide Clerici)

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Con questo è tutto, alla prossima puntata!

domenica 6 dicembre 2009

Che cos'é l'amore?

Amore è vederla per la prima volta e sentire uno strano tuffo al cuore.

Amore è volerle parlare ma non sapere cosa dire.

Amore è pensarla in ogni momento, notte e giorno.

Amore è fare di tutto per farti notare da lei.

Amore è mandarle un sms e avere l'ansia se non ti risponde dopo cinque minuti.

Amore è accorgersi che vi state guardando e distogliere lo sguardo imbarazzato.

Amore è essere terrorizzato all'idea di chiederle di uscire.

Amore è avere il coraggio di chiederle di uscire anche se sei terrorizzato.

Amore è guardarla negli occhi e credere di impazzire.

Amore è chiudere gli occhi e avvicinarsi per darle un bacio.

Amore è darle un bacio, un altro bacio e poi altri cento, senza avere più voglia di fermarsi.

Amore è darle l'ultimo bacio prima che se ne vada e un attimo dopo stare giù perché avresti voluto darle ancora un altro bacio.

Amore è vederla tornare a casa e guardarla con occhi sognanti.

Amore è telefonarla solo per poter sentire la sua voce.

Amore è stare male se anche lei sta male.

Amore è capire quando è nervosa e fare di tutto per tirarle su il morale.

Amore è fare il cretino perché è bellissimo sentirla ridere.

Amore è farle una sorpresa e vedere gli occhi che le si illuminano.

Amore è litigare, ma è bellissimo dopo fare pace.

Amore è discutere, scornarsi, chiarirsi e uscirne più forti di prima.

Amore è ridere insieme, piangere insieme, soffrire insieme, andare avanti insieme.

...

Amore è quando lei un giorno non ci sarà più e sentirai il mondo crollarti addosso.

Amore è capire che l'amore è finito, ma non riuscire a farsene una ragione.

Amore è odiarla, ma non l'avresti mai odiata se prima non l'avessi amata.

Amore è credere di morire senza di lei.

Amore è voltare pagina, perché un amore può finire, ma l'Amore non morirà mai.

Amore è vederla per la prima volta e sentire uno strano tuffo al cuore...

venerdì 27 novembre 2009

Natale sta arrivando.

Dopo settimane di sole oggi c'è di nuovo un freddo tagliente, nuvole e pioggia. Direi anche che sarebbe ora dato che è praticamente Dicembre. Come va? Mi chiedo retoricamente ogni tanto e la risposta è: bene, non potrei star meglio. Si avvicina il Natale, ed il periodo più bello sta tutto nell'attesa, nel fare i regali, nel respirare l'atmosfera, nel credere che per un po' saremo tutti più buoni quando non lo sarà... ma è bello crederci, comunque.
Il lavoro procede a gonfie vele, è come se stessi lì da una vita e al tempo stesso inizia già a venirmi la malinconia per quando tutto sarà finito. Merito mio? Merito di chi mi sta accanto? Merito di nessuno ma solo fortuna? Chi lo sa... ma uno dalla vita raccoglie quello che semina e anche se il raccolto a volte può andare distrutto, basta ricominciare a piantare i semini e aspettare che diano frutti. Perché arriveranno, statene certi.

Tutto qui? Beh, ci sarebbe il problema dello studio che è praticamente pari allo zero, e non ho neanche voglia di spronarmi da solo. Devo studiare e basta.

Finito? Niente affatto. Ci sarebbe anche un'altra cosa che mi fa stare davvero davvero bene, ma non ne parlo certo qui. Mica metto in piazza la mia vita privata davanti a tutti?
Chi sono io? Babbo Natale?

domenica 8 novembre 2009

Cervello Vs Tomo - La vendetta

Cervello: Stavolta non ammetto repliche, intesi?

Tomo: Uff... intesi...

Cervello: Hai preso il tuo primo stipendio e ti meriti qualche regalo, ma niente cose stupide. La felpa di Joker grida ancora vendetta.

Tomo: Ma è bella calda... e non mi sta neanche tanto male, dai!

Cervello: ...

Tomo: OK, è brutta, hai ragione.

Cervello: Esatto. Quindi dai retta a me e non azzardarti a comprare robaccia da quindicenne, che poi la gente ti ride dietro.

Tomo: Certo, come se quelli che stanno leggendo questa conversazione non stiano già ridendo abbastanza...

Cervello: Finiscila, e andiamo a fare compere. Tu non pensare, lascia fare tutto a me!
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2 ORE DOPO

Cervello: Sono davvero fiero di te! Ti sei comportato da persona saggia e matura, bravo!

Tomo: Grazie, ma non ce l'avrei fatta senza di te, davvero.

Cervello: Un maglioncino e una camicia. Hai anche speso poco e non ti sei distratto in nessuna occasione.

Tomo: Sì, e non credere che non mi sia accorto di quella maglietta con su Hello Spank in vetrina o di quelle felpe da quindicenne. Le ho viste eccome, ma un attimo dopo le avevo già dimenticate. Forse sto crescendo sul serio.

Cervello: Torniamo a casa adesso, ti meriti un po' di riposo.

Tomo: Già... ah, senti...

Cervello: Dimmi...

Tomo: Il mese prossimo la maglia di Spank la posso comprare, vero?

Cervello: ...

Tomo: Hey, aspetta, dove vai! Che ho detto di male???

(continua)

venerdì 30 ottobre 2009

Incomunicabilità

Porto il ragazzo che mi hanno affidato a fare un giro per i giardini.

Tomo: Uh, guarda la fontana. Ci sono i pesciolini. Ti piacciono?

...

Tomo: Guardali! Sono lì, ti piacciono???

Parte una scorreggia.

Tomo: Ehm... lo prendo per un sì.

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Vado a scambiare due chiacchiere con l'altro ragazzo che è in sala informatica.

Tomo: Uè, Peppe! Tutto ok?

Peppe scorreggia.

Tomo: Sì, tutto ok. Decisamente.

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Andiamo a casa del vecchietto a cui facciamo assistenza.

Tomo: Don Rafè, tutto apposto?

...

Tomo: Don Rafè? Mi sentite?

...

Tomo: Allora? Tutto a posto?

...

Tomo: Rispondete, ja!

Parte una scorreggia.

Tomo: Avete risposto, grazie.

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A questo punto è evidente che il problema sono io.

giovedì 15 ottobre 2009

Tutto uguale, tutto diverso.

(avvertenza: stavolta non c'è una simpatica discussione tra me e il mio cervello, ma cercherò di dire qualcosa di più serio. Cervello permettendo, ovviamente)

Così, da un giorno all'altro, ti svegli e vedi che tutto è cambiato. Non fa più caldo, anzi, fa un freddo boia che ti congela le ossa. Via le lenzuola leggere e su le coperte pesanti; via le magliette a mezze maniche e su maglioni e felpe; tutte le finestre chiuse e un ombrello a portata di mano in ogni momento che "non si può mai sapere".

Fosse tutto lì, non è che ci sia tanto da lamentarsi. Però, se guardi da un'altra prospettiva e pensi alla tua vita fino a poco tempo fa, ti accorgi che è cambiato completamente tutto.
A casa ormai ci passi solo la mattinata senza concludere granché: un po' di studio, perdita di tempo al pc, magari leggi qualche libro se hai l'occasione. I tuoi non li vedi fino a sera, in pratica. E quando torni sembri il marito stanco che torna da lavoro e vuole solo trovare la cena pronta e infilarsi a letto. Tra un breve "com'è andata?" e "tutto bene", vi salutate fino alla sera dopo.
Nel non vedere più tanto tuo fratello ti eri già abituato mentre era fuori a lavorare, ma ora che è tornato non è cambiato molto. Due chiacchiere se avete entrambi tempo, un timido tentativo di sapere come vanno le cose, ma se non siete due stupidi vi siete accorti a vicenda che il rapporto è cambiato. Non è peggiorato, per carità, è solo cambiato come sta cambiando tutto attorno a te.
Gli amici con cui hai passato a stretto contatto un'estate intera, che vi ha resi più uniti di prima, sono impegnati quanto te con la loro vita. Un sabato sera insieme, una telefonata di tanto in tanto, le solite risate e il solito affetto quando vi incontrate, ma di sicuro non è più come prima, quando eravate capaci di passare delle giornate intere a stretto contatto, di cazzeggiare su qualsiasi stronzata e di fare delle cretinate assurde quando uscivate.

Ora, per tranquillizzarvi, non sto meditando il suicidio, anche se quello che ho appena scritto trasuda tristezza e desolazione in ogni frase. Io sto bene. Anzi, sto proprio bene. Sono contento di quello che sto facendo; sono contento di aver incontrato delle belle persone e che queste persone non abbiano ancora scoperto quanto sono stronzo; sono contento di fare qualcosa che aiuti gli altri senza sentirmi né un santo né un eroe, ma semplicemente una persona buona; sono contento di essere uno stronzo che, nonostante tutto, ha tanta gente intorno che gli vuole ancora bene; sono contento di quello che sono, delle cose che cambiano, delle certezze che restano, delle speranze che ho e dei sogni che spero di realizzare. Insomma, sono contento di vivere la mia vita.

P.S.: e poi ho ripreso ad andare in piscina. E lo sapete: quando Tomo nuota, è una persona libera. E niente può fargli del male. Mai.

domenica 4 ottobre 2009

Voglio diventare grande!

Cervello: Mi raccomando, Tomo, devi comprare tre camicie. Capito? Fai un giro per i negozi, vedi quali ti piacciono, quali ti stanno meglio, non spendere cifre folli ma nemmeno prendi roba scadente. Tre camicie. TRE. Niente magliette da quindicenne, niente felpe da ragazzino, niente maglie con disegni buffi sopra. Tre camicie da persona adulta. ADULTA. Capito?

Tomo: Ho capito, che cavolo! Se sono qui sarò d'accordo con te, no? Tre camicie, nient'altro. Magari faccio solo un giretto per vedere che magliette ci sono ma solo per sfizio, ok?

Cervello: No! Tre camicie. Basta! Devo metterti il paraocchi?

Tomo: Ok, va bene, scusami. Lo so che lo fai per il mio bene.

Cervello: Ecco, bravo. E' già tanto che ti ho permesso di mettere la maglietta di Kill Bill per venire qui. Sei dentro al negozio. Cammina a passo spedito e vai in fondo. Non guardare a destra e a sinistra. In fondo. E ripeti con me: camicia, camicia, camicia!

Tomo: Camicia, camicia, camicia!

Cervello: Ci sei quasi, bravo. Camicia, camicia, camicia!

Tomo: Camicia, camicia, camic...

Cervello: Cosa? Cosa c'è?

Tomo: La felpa con il Joker sopra! Bellissima!

Cervello: No! Fermo, pazzo!

Tomo: Posso sceglierla tra blu, nera o bianca, figaaata! Costa anche poco!

Cervello: No, Tomo!!! La camicia! Ca-Mi-Cia!

Tomo: La prendo, niente può farmi cambiare idea!

Cervello: No, Camicia! CAMICIA! Cami... oh, al diavolo! Ci rinuncio!

(Morale della favola: siamo quello che siamo, non dobbiamo fingere per piacere agli altri. E comunque le tre camicie poi le ho prese. Ed ero anche un gran figo quando le ho provate!)

mercoledì 30 settembre 2009

Ora si fa sul serio!

Dopo un mese di corso inutile, da oggi inizio ufficialmente a lavorare.
Ok, chiedo scusa, non è stato un corso inutile, ho imparato molte cose:

1) Bisogna lavarsi le mani ogni tre secondi, altrimenti si muore.
2) Se c'è qualche emergenza bisogna saper fare tremila cose, ma in realtà devi solo chiamare il 118 e non fare un cazzo.
3) Se devi metterti un pannolone assicurati che non ci sia nessuno che fi stia facendo delle foto. Se c'è, affronta la cosa con nonchalanche.
4) Qualsiasi cosa tu dica, che sia una lamentela, un complimento, un suggerimento o una critica verrà usata contro di te dai boss. Ma dopo un sermone, una cazziata e dieci padre nostro è tutto risolto.
5) Per ballare più sciolti bisogna togliersi le scarpe e per recitare bisogna saper improvvisare dal nulla.
6) Se un malato non riesce a respirare bisogna liberargli le vie respiratore. Se non ci si riesce, bisogna applicare la manovra di Heimlich. Se la respirazione torna ma non c'è battito, bisogna effettuare il massaggio alla Baywatch. Se tutto questo non dovesse servire, beh, pace all'anima sua.
7) Non somministrare in alcun modo farmaci agli assistiti. Nè se te lo chiedono, nè se te lo chiede un parente, nè se ti firmano una carta che ti autorizza a farlo, nè se ti costringono puntandoti una pistola alla tempia, nè se scende Dio in terra e te lo ordina. Se gli somministri un farmaco e lui poi sta male sei fottuto. Se non glielo somministri e lui dopo sta male... ehm... qui non sono stati molto esaurienti con le risposte...
8) Se arrivi in ritardo di pochi minuti chiudono un occhio ma con l'altro ti guardano con odio. Se fai ulteriore ritardo segnalano la cosa. Se fai ancora ritardo rischi una sanzione. Se fai nuovamente ritardo vieni crocefisso in sala mensa.
9) Le suore sono buone e care, ma diffidate da quelle che restano in silenzio a guardarvi per delle ore. Sono pericolose.
10) Quando entri nelle case delle persone ricordati di essere un estraneo ed entra in punta di piedi. Niente confidenze al primo incontro, niente domande scomode, niente ammiccamenti, niente saluti nazisti, niente soprannomi tipo "vecchiaccio", "matusalemme" o "mummia". Sii solo te stesso, e quindi non esserlo, altrimenti ti cacceranno dopo due minuti.

Detto questo, mi hanno affidato un vecchietto allettato che non può muoversi e con cui non puoi parlare. Dovremo aiutare la famiglia a svolgere vari compiti, tipo aiutarlo a vestire, spostarlo e non oso immaginare cos'altro. Visto che saper mettere il pannolone ora serve? :P

venerdì 25 settembre 2009

Tanti auguri a me!

E così è di nuovo il 25 Settembre, il giorno in cui sono nato.
Tralasciando le miliardi di telefonate, gli sms e i messaggi di auguri su Facebook, di cui vi ringrazio tutti, parliamo un po' di questo giorno:
sono nato nel 1984, questo significa che ora ho 25 anni... oppure che ne ho 26 perché sono entrato nel 26esimo anno d'età, poco importa.
Poco importa perché non me ne frega mica tanto che oggi sia il mio compleanno, eh? No, non sono né di quelli che cadono in depressione pensando che sono di un anno più vecchi (stronzata, anche domani sarete più vecchi di un anno rispetto all'anno scorso, o sbaglio?), né di quelli che dicono che l'importante è l'età che si ha dentro, perché non è vero: a 25 anni si rischia di avere pochi capelli, di avere già qualche ruga di troppo, di veder comparire qualche capello bianco. Insomma, si è più grandi, poche storie. E non vorrei nemmeno fare quei discorsi moralisti sul fatto che non conta quanti anni si ha perché la vita va vissuta giorno dopo giorno, affrontando sempre nuove sfide, maturare sempre di più e bla bla bla, che noia, che barba.
Ecco, non so manco io cosa voglio dire e forse stavo cercando di fare un finto discorso serio per dimostrare che, al di là del giorno, un pochettino più maturo lo sto davvero diventando col tempo.

Poi penso alle magliette da 15enne che mi metto, ai nomi finti con cui mi faccio chiamare, ai tremila soprannomi che ho, alle storiacce horror che scrivo e alle stronzate che ancora combino per rendermi conto che, anno più, anno meno, io sono quello che sono. E va benissimo così.

A parte 'sto cazzo di mal di gola, porca puttana. Tanti auguri, Tomo.

sabato 12 settembre 2009

Allegria!

Quando non aggiorno il blog per molto tempo i motivi possono essere due:
1) Sono molto impegnato.
2) Sono morto.

L'ultima volta che ho controllato non ero morto, quindi credo di essere molto impegnato. In effetti è così. O la mattina o il pomeriggio seguo il corso di formazione per il servizio civile. A fine mese mi affideranno qualche anziano e avrò un anno di tempo per rovinargli la vita.
Diciamo che il corso che faccio ora al 90 % è inutile. Non per essere presuntuoso, perché i consigli e i suggerimenti che ci danno per affrontare al meglio questa esperienza ci stanno tutti, per carità. Solo che non credo ci voglia un mese e cinque ore di corso al giorno per spiegarci sempre le stesse cose. Poi, per carità, magari mi sbaglio e hanno ragione loro, non lo nego. Però il corso è sicuramente utilissimo per stringere nuove amicizie e conoscere un po' gli altri sfortunati che come me verranno mandati allo sbaraglio sul territorio.
Diciamo che per il momento è la cosa migliore, tanto che preferisco più sorbirmi queste noiosissime ore di corso piuttosto che stare a casa a non far niente (che poi a casa dovrei studiare, 'tacci mia!). Sono contento di essere finalmente riuscito a scrollarmi di dosso la mia timidezza e riservatezza che fino a un anno fa mi bloccavano senza motivo. Sono contento che le persone che ho conosciuto siano brave, simpatiche e senza puzza sotto al naso. Sono contento che il mio carattere un po' strano (che non ho ancora mostrato del tutto, però :P) non li abbia fatti fuggire via urlando. Sono contento di essere stato scelto per questo progetto e, fatemelo dire a bassa voce, ce la metterò tutta per far bene e far sì che sia davvero un'esperienza che possa arricchirmi interiormente e non solo nel portafoglio.
Se poi dovessero affidarmi il vecchietto superman di 88 anni che è venuto a trovarci ieri siamo a cavallo. Metterei la firma per avere un nonnino da spupazzarmi così.

martedì 1 settembre 2009

Servizio Civile

Si comincia oggi alle 15. Per ora credo si tratterà ancora di cose burocratiche, tipo aprire un libretto postale, prendere i miei dati e così via. Da domani (o in base a quello che mi diranno) dovrei iniziare il mini-corso di un mese di addestramento per poi scoprire a quale simpatico vecchietto/a sono stato assegnato.
Che dire? Sono molto impaziente di cominciare e forse anche per questo non ho subìto il contraccolpo della fine delle vacanze. Vacanze che, tra l'altro, mi sono goduto dal primo all'ultimo giorno tra cazzeggio, mare, sole, risate, improbabili seduzioni e tanto relax. Però, in una maniera tutta contorta, le vacanze sono forse il periodo in cui ti riposi di meno. Stacchi la spina, questo sì, ma ti ritrovi a fare centomila cose in più rispetto a prima, anche se mentalmente non le accusi proprio.
Però ora basta, inizia una nuova esperienza e spero con tutto il cuore che sia piacevole e fruttuosa. Nel frattempo, siccome il corso lo farò in un centro di sostegno gestito da suore, ecco le 10 cose che farò questo mese:

1) Andrò un giorno vestito da Papa.
2) Mi fingerò cieco per tutto il mese salvo miracolosa guarigione l'ultimo giorno.
3) Saluterò le suore alla maniera di Willy il Principe di Bel-Air.
4) Farò finta di essere posseduto da un demonio.
5) Nasconderò un microfono dietro qualche crocefisso e farò finta che Gesù stia parlando.
6) Sparerò dei petardi in classe.
7) Metterò della colla sulle sedie delle suore.
8) Entrerò impennando con un motorino al grido di: "Libertà!!!"
9) Sedurrò le infermiere che sono nel centro (questa la faccio sul serio, mi sa, che ormai ci ho preso la mano).
10) Non farò nessuna di queste cose. Che ci ho pure 24 anni ed è ora che la smetta di fare il cretino, no?

giovedì 27 agosto 2009

Gallipoli - La città fantasma

Il titolo non vuole ammiccare a qualche strano evento sovrannaturale che ci ha colpiti in vacanza. Semplicemente, anche se ufficialmente ho detto a tutti che quest'estate sarei andato a Gallipoli, la cosa non corrisponde esattamente alla realtà. Gallipoli l'avremo vista sì e no per un paio d'ore e solo per due sere. Dopodiché siamo stati in giro per la Puglia un po' a caso, come i turisti allo sbaraglio che si rispettino. Abbiamo visto Lecce, Galatina (no, non è il paese dove fanno le galatine), Alberobello (famosa per i trulli e non per questo fantomatico albero meraviglioso che non c'era), Santa Maria di Leuca (giro in barca a vedere le grotte, tutte uguali!), più remake nostalgico a Otranto (sempre bellissima, se escludiamo che stavolta la compagnia era centomila volte meglio) e visita a diverse spiagge ogni giorno.
Vi sparo gli aneddoti ma senza spiegarveli, tanto chi c'era li conosce e chi non c'era non se ne può fregar di meno:
1) L'attacco del pipistrello notturno.
2) La seduzione delle pistoiesi la prima sera e delle torinesi la quarta sera.
3) L'incontro con Cristina D'Avena e, in seconda battuta, con una corteggiatrice di Uomini e Donne che, giuro, mi lanciava sguardi ammiccanti. O forse era strabica, non so.
4) Le ubriacature. Una al giorno, ma senza mai vomitare. Non so se vantarmene o esserne deluso.
5) Il bagno di sera nudo.
6) Il raffreddore e mal di gola conseguenza del bagno di sera nudo. 'tacci mia.
7) I tormentoni "e come mai?" e i giri per il paese con la musica de "La pigiatura" a tutto volume della famosa scena de Il bisbetico domato.
8) Il raggiungimento a nuoto dalla spiaggia di una isoletta che si intravedeva in lontananza. Non ho fatto nessuna impresa epica, ma è stato comunque emozionante.
9) La visita in una grotta sotterranea passando per un cunicolo sott'acqua. Anche qui, niente di epico, ma tanta emozione.
10) Il mio tentativo di tuffo olimpionico in acqua. Risultato: petto in fiamme e rossissimo per ore.

Chissà quante altre stonzate scordo di dire, ma quello che non posso dimenticarmi è la meravigliosa atmosfera che ha accompagnato la settimana, composta da un gruppo unito che aveva voglia di divertirsi e non creare inutili litigi. La consapevolezza di avere amici veri, anche quando mi venivano i cinque minuti e mi isolavo da tutto e tutti, o quando erano loro a essere nervosi per qualcosa ed ero io a tirargli su il morale.
Insomma, prima di partire, scherzando, dicevo che dopo questa vacanza ci saremo odiati tutti. Ovviamente non è stato così, ma nemmeno mi sarei aspettato di voler bene a delle persone molto più di prima, solo per averci passato del tempo più a stretto contatto e aver avuto la conferma di quanto siano belle queste persone e di quanto sia fortunato io ad averle ancora vicino.

Prima che vi scenda la lacrimuccia, sappiate che se fosse stata una convivenza di due settimane invece di una ora vi avrei ucciso e gettato i vostri cadaveri in mare. Giusto perché non vi venga in mente che io abbia un cuore e sia buono, eh!

domenica 23 agosto 2009

Back in Black

Il vostro amatissimo (eh?) Tomo è tornato a casa. O almeno è tornata a casa la sua versione nera. Per il momento vi basti questo, quando ho tempo e voglia vi racconto i vari aneddoti della vacanza, che faranno divertire me e annoiare voi.
Cazzi vostri :P

giovedì 13 agosto 2009

Ready Steady Go!

Domattina si parte. Ma domani è lontano anni luce dato che ora ho tantissimo tempo e così poco da fare... no, scusate, è il contrario.
Stamattina l'atroce ceretta, poi al volo a fare qualche ultima spesa e poi incontro con gli amici per vedere gli ultimi dettagli. Ora sono a casa e se non vi saluto adesso non vi saluto più. Che poi salutarvi è una parola grossa, dato che quasi il 100% di chi legge il blog sarà in vacanza con me.
Comunque a casa c'è la nonna e, sebbene mi dispiaccia un po', sono contento di andar via proprio ora.
Adesso devo ancora tagliarmi i capelli, fare la valigia sperando che non ci siano contrattempi, fare un po' di palestra, farmi una doccia e altre cure per il corpo che non vi dico per non inorridirvi di nuovo, rivedere i miei amici per vedere se riusciamo già a sistemare tutta la roba in auto e tornare a casa per esaurirmi le ultime ore con i miei (incluso domattina, che mica mi faranno partire senza esaurirmi fino alla fine, eh!).
Non so che raccomandazioni farvi o farmi. Mi auguro che stiate bene e spero di divertirmi. Già lo so, sarà una settimana che volerà via in fretta e anche se sono ancora qui mi sta già venendo il magone. Devo smetterla di vivere proiettato nel futuro. Il presente è adesso. E ho mille cose da fare... gh. Meglio il futuro.

domenica 9 agosto 2009

Con le unghie e con i denti

Questo venerdì partirò per Gallipoli, una settimana di vacanze. Dal mio punto di vista poi la vacanza si allunga di due settimane perché al mio ritorno i miei partiranno e stare in casa senza di loro vale più di mille giorni di riposo. Intanto, però, devo resistere quest'altro paio di giorni e, anche se sembrano pochi, mi sembrano un'eternità. In questo preciso momento mio padre sta camminando ininterrottamente per il corridoio da un'ora e sto per impazzire. Gli taglio i tendini? Esco prima di esaurirmi? Mi chiudo in stanza a vedere Lost? Non lo so, e comunque sarebbero tutte soluzioni temporanee.
La verità è che ormai non resisto più a vivere in casa con loro e dovrei andarmene ma, senza lavoro, senza soldini, senza sapere dove andare e senza prospettive per il futuro capirete che non è la soluzione più geniale del mondo.
E quindi pazienza, si va avanti. Cercando di darsi da fare per potersene andare da qui, che magari tutti i motivi detti qui sopra che mi stanno facendo impazzire devono diventare lo sprone a farmi in quattro per raggiungere i miei obiettivi.
Nel frattempo, questi ultimi quattro giorni dovrò avere l'autocontrollo di un frate benedettino e resistere.

Oppure gli taglio i tendini se passa per l'ennesima volta in corridoio.

venerdì 31 luglio 2009

Io e il nuoto.

Da un po' non trattavo l'argomento piscina. Stavolta, mi spiace per voi, mi tocca farlo. L'altro ieri ho fatto la mia ultima nuotata e poi stop. Se ne riparla a settembre, forse, impegni permettendo.
Scherzando, dicevo a tutti che l'ultimo giorno di piscina mi sarei commosso. E invece, faccio la mia ultima vasca, salgo le scalette, esco dall'acqua, lancio uno sguardo distratto alla piscina e, sbam, mi viene un groppo in gola tremendo.

Sono lì e guardo le cinque vasche e mi sento come se mi stesse passando tutta una vita davanti.
La vasca 5, quella in cui sono stato svezzato. Era Ottobre, sapevo a malapena tenermi a galla e andare timidamente sott'acqua. Senza troppi complimenti ti ritrovi nell'acqua gelida, impaurito e inizi a nuotare. Siete in tanti, l'istruttore più che darti qualche consiglio al volo non fa, anzi, sei lasciato in balia degli eventi. E' lo stesso istruttore che un anno prima aveva dato lezioni private a tuo fratello, prima che iniziasse il corso come assistente di volo. Ti senti davvero un incapace lì in mezzo, senza forze, con l'acqua che ti entra in bocca continuamente e la sensazione di essere nel posto sbagliato nel momento sbagliato.
Ma hai deciso sin dall'inizio che non ti saresti fermato di fronte a niente. Pensi che andando avanti le cose miglioreranno, invece passa una settimana, due, ma ti senti incapace quanto prima. L'istruttore ti segue un po' di più e ti dice una cosa che ti illuminerà in futuro: "Sei un ranista". E' già un inizio, e ti tieni stretto a questo. Vai avanti... intanto guardi le altre vasche, con gente che ti sembra aliena per quanto nuoti meglio di te. Pensi che non arriverai mai a quei livelli... ma sotto sotto VUOI arrivare a quei livelli, quindi vai avanti. E ti accorgi che inizi a nuotare meglio, poi un po' meglio, poi un altro pò meglio. L'istruttore ti dice che sei migliorato nettamente, rispetto a prima quando sembravi "un tronco in mezzo all'acqua". A volte fa iniziare te per primo, come apripista. E, quando meno ci pensi, ti chiama e ti fa: "Tommaso, vai alla vasca uno."

Vai alla Vasca Uno, e dopo due secondi vorresti tornare indietro. Ti sembra che tutti rendano il triplo rispetto a te. Si nuota su due corsie e quando fai il dorso invadi continuamente l'altra, rischiando fratture cerebrali a ripetizione. Il nuovo istruttore è bravo, ma ti sei affezionato al primo, che infatti resterà il migliore. Però sei in ballo e continui a ballare. Se sei arrivato qui, puoi anche arrivare più avanti. Altrimenti, fa niente, è stato già un bel passo avanti. Poi ti accorgi che nella vasca 2, quella a cui dovresti ipoteticamente arrivare in caso di promozione, si può finalmente nuotare a rana. "Sei un ranista", ti ripeti, per darti forza. E migliori ancora. Niente più fiatone, niente più invasioni di corsia, nuotata sempre più veloce, gambe più potenti. Nella prima vasca sei rimasto quasi due mesi. Nella seconda ci sei da un mese scarso e ti dai tempo... finché l'istruttore ti chiama distrattamente e ti dice senza giri di parole di andare già alla 2.

E finisci in vasca 2. Il tuo traguardo. Pensi davvero che oltre questo punto non potrai arrivare, ma è già tantissimo. Finalmente nuoti liberamente a rana, che si rivela davvero il tuo stile migliore. Nel libero e nel dorso fatichi, ma quando nuoti a rana sei libero, talmente veloce da raggiungere continuamente quelli davanti a te che sembrano piantati in acqua. A volte getti uno sguardo alla vasca 5, a chi sta iniziando a nuotare per la prima volta. Li vedì impacciati e ti chiedi: "Ma anche io ero così? Non ci credo."
Poi si rompe qualcosa nella tua vita privata, qualcosa di così inaspettato da lasciarti davvero a terra. Ma ormai hai deciso che non devi mollare quando le cose vanno male. E la piscina ti aiuta a scaricare tutto, a dimenticare ogni problema. Quando nuoti sei libero. Nessuno ti può fermare. Nessuno può farti del male.
Ma devi fermarti lo stesso, per motivi di salute. E saluterai la piscina per un mese intero, con il nuovo istruttore che ti rivela tu fossi già pronto per la vasca 4, ma se ne riparlerà al ritorno.
E dopo un mese sei lì, forse un po' meno in forma, ma la cattiveria e la voglia che hai addosso è la stessa. Il tempo di recuperare un po' di fiato e sei in vasca 4.

Anzi, no, la vasca 4 è piena e ti spostano direttamente alla 3 per la prima lezione. La vasca 3. La vasca dei migliori. Non importa se quel giorno hai nuotato malissimo, se tutti erano nettamente più bravi e veloci di te. Sei in vasca 3 e ci sei arrivato con le tue sole forze, con la tua determinazione, con la tua voglia di farcela. Non sei un professionista, non sei un gran nuotatore, arriveresti ultimo persino in una gara di dilettanti, probabilmente, ma nonostante tutto ce l'hai fatta. Hai raggiunto il tuo obiettivo. Che era semplicemente quello di poter dire: "Credevo di potercela fare e ce l'ho fatta!"

Tutto questo mi è passato per la testa in quel momento, mentre lanciavo un ultimo sguardo verso l'acqua. Quante cose sono cambiate in questi mesi. Gente che ti ha deluso, gente che hai incontrato, amici che hai ritrovato, esperienze che hai avuto, cose belle e cose brutte.
E una nuova persona, che guardando per un attimo il frutto del suo lavoro ha capito che nulla è impossibile se si ha voglia di darsi da fare, se si ha voglia di raggiungere un obiettivo, se non ci si arrende al primo ostacolo. Se, semplicemente, ci si crede.

Non ditemi che non posso farlo.

lunedì 27 luglio 2009

Stronzo e cattivo

Tante volte, facendo qualche battuta un po' più velenosa o cinica, o compiendo qualche birbonata, affermo sorridendo: "Ma quanto sono stronzo/cattivo!"
Un po' lo faccio perché è vero, un po' perché adoro sentire la gente intorno a me che mi dice: "Ma no, non è vero. Sei buonissimo!"
Il che, mi rende anche più stronzo, a ben pensarci. Però è vero. Sono buono. Anzi, se mi guardo intorno, mi rendo conto che fondamentalmente ogni persona è buona.
Mio padre che fa tremila casini, mio fratello che è scontroso, la mia amica che vuole sempre fare di testa sua, gli amici che a volte spariscono e poi ricompaiono, le ex che sperano in un riavvicinamento.
A ognuna di queste persone potrei dire che è stronza per un motivo e, nello stesso momento, rendermi conto che sono stronze proprio perché sono buone.
E quindi? Come se ne esce? Semplice, non se ne esce.
Io sono stronzo, mio padre è stronzo, mio fratello è stronzo, gli amici/che sono stronzi, la mia ex è stronza. Probabilmente qualsiasi persona che incontro per strada è stronza per qualche motivo.
Ma non dobbiamo dimenticarci di una cosa: che bisogna essere stronzi nella vita, che si E' inevitabilmente stronzi nella vita.
Quello che dovremmo cercare di fare, più che altro, e capirlo e accettarlo.
Mio padre ha mille vizi, mi irrita, è stressante, invadente. E' stronzo. Ma è buono, e io gli voglio bene.
Mio fratello è scontroso, acido, rompipalle. E' stronzo. Ma è buono, e io gli voglio bene.
La mia amica vuole sempre portarci in mille localini alla moda, fare le quattro di notte, litiga col ragazzo per motivi idioti mettendoci tutti in imbarazzo. E' stronza. Ma è buona, e io le voglio bene.
Io sono insicuro, timido, paraculo, pigro. Sono uno stronzo. Ma sono buono, e mi voglio bene.

domenica 19 luglio 2009

I consigli di Zio Tomo

Per tutti gli amici, i conoscenti e quelli che a malapena mi conoscono: se dovete chiedermi o dirmi qualcosa, che sia la più stupida del mondo o la cosa più importante, se volete sapere come sto o informarmi di qualcosa o, sì, se avete voglia di spalarmi merda addosso, insulti, cattiverie o quant'altro, siete liberissimi di farlo.
L'importante è che facciate, o quantomeno proviate, a fare una qualsiasi di queste cose avendo le palle di venirmi a cercare (sapete dove abito) e di dirmele in faccia e senza nascondervi.

Altrimenti, e senza alcun rispetto, potete anche morire. E poi andare a fare in culo.

giovedì 16 luglio 2009

Vacanze e Shopping

Ci sono due cose che faccio subito dopo aver finito gli esami del semestre estivo: iniziare a comprare la settimana enigmistica e fare un po' di shopping per rinnovare il guardaroba, specie in ottica vacanze.
Per la settimana enigmistica no problem, anzi, ora sto in fissa con i rebus (i duelli con Bartezzaghi non hanno più il fascino di un tempo), con la cornice concentrica e il cruciverba senza schema.

Per lo shopping mi sono dato da fare questo pomeriggio. E ho scatenato l'inferno. Finora, infatti, per shopping intendevo farmi il mio bel giro accurato al Centro Commerciale, dare un'occhiata ai capi d'abbigliamento che mi interessavano e magari comprare qualcosa e tenere a mente qualcosa da prendere in un secondo momento. Stavolta ho preso solo una t-shirt straight from eighties, mooolto carina ma come al solito troppo ggiovane per la mia età (ma essendo nostalgica anni '80 ci sta, dai, e poi due/tre polo finalmente le ho).

Ma il mio obiettivo stavolta era un altro: prodotti per la cura del corpo. E abbiamo nell'ordine:

1) Colluttorio della Mentadent. E fin qui, siamo nell'ordinario, anzi, è una cosa per tutta la famiglia. Non ho preso anche il filo interdentale giusto perché non so usarlo e non voglio cavarmi i denti per sbaglio.

2) Gel esfoliante corpo della Nivea (alla camomilla). Ne ho già uno di gel esfoliante, ma di marca streuza. E io voglio fare le cose in grande.

3) Crema esfoliante per il viso "Peel Soft!" sempre della Nivea. Esfolia e purifica a fondo per una pelle morbida come pesca. Assieme a questo prodotto si suggeriva (ma direi quasi ordinava!) di prendere assieme anche un gel detergente, ma ho desistito... per due minuti.

4) Latte detergente + Tonico, 2 in 1. Deterge e tonifica per una pelle piacevolmente elastica. Sì, perché il viso non va lavato con creme troppo aggressive, fate attenzione, eh!

5) Maschera purificante all'argilla. Questa l'ho presa perché costava poco, non crocefiggetemi! Tra l'altro è tutta roba presa in un reparto prettamente femminile. Io fingevo di consultare una lista, come se stessi comprando qualcosa per terzi. E in questo ho sbagliato. Non devo vergognarmi di nulla. Io.

6) Un tagliacuticole. Inutile quanto fighissimo da usare. Devo fare pratica.

7) Dei bastoncini per cuticole. In pratica, prima di usare il tagliacuticole, si dovrebbe ammorbidire la pelle con dell'acqua, o usando qualche particolare olio (a cui arriverò in futuro, diamo tempo al tempo), e poi, con questi bastoncini far uscire il più possibile le cuticole, in modo da poterle tagliare via con più facilità.

E qui mi fermo, per ora. Per chi mi avete preso? Per un maniaco? Ora magari vi sembrerà di sì, ma in fondo l'ho fatto anche per divertimento, dai. Una volta tanto comprare 'ste stronzatelle non fa male, l'importante è saper regolarsi prima di spendere una fortuna per prodotti inutili.

...

Certo che la pietra pomice per i calli, la crema abbronzante, l'olio idratante all'aloe vera e il kit completo per manicure e pedicure non erano male. Oh, beh, li prenderò la prossima volta, via!

martedì 14 luglio 2009

Toh, è tornato.

Il tempo passa in fretta quando ci si diverte. Infatti mi sono divertito poco in questo mesetto, ma i risultati hanno ampiamente ripagato le aspettative.
C'è una domanda che si fa abitudinariamente quando ci si incontra o quando si rivede qualcuno dopo tanto tempo. "Come stai?" e uno, quasi sempre, risponde in automatico: "Bene, grazie. E tu?"

Due considerazioni:
1) E' una domanda del cazzo.
2) La risposta lo è ancora di più.

E' una forma di cortesia chiederlo, per carità, ma è una domanda davvero tosta da fare. Che ne sai di cosa ti dirà l'altra persona. Magari ha appena perso un parente, magari ha appena ricevuto brutte notizie, magari quella troia della sua ex lo ha lasciato, ecc.
Ma, sempre per cortesia, l'interlocutore non ti risponderà mai apertamente: "Mi va da schifo. Fanculo te e 'sta domanda del cazzo."

E quindi, vediamo un po'... "Ehilà, Tomo! Da quanto tempo non ti facevi rivedere! Come stai???"

Come sto, bella domanda, complimenti. Vuoi sapere come sto?

Sto bene.

Ma davvero. Ho dato altri tre esami, gli esami delle tre donzelle, mi diverto a definirli. Il primo superato dopo averlo seguito con una ragazza, il secondo dopo essermelo preparato con un' altra e il terzo studiato con mia cugina. Il quarto, lo scritto di spagnolo, non è andato. Devo trovare qualche altra ragazza con cui prepararlo, mi sa. Ora mi godo questa breve settimana di pseudo-relax, faccio dello pseudo-shopping e mi preparo allo pseudo-studio estivo, in attesa della tanto famigerata vacanza. C'è giusto un piccolo tarlo che mi angustia ed è proprio il fatto che ora sia giunto il momento del meritato riposo. Che faccio? Ho un po' paura di avere la mente troppo libera e ricascare in vecchi e stupidi pensieri che non mi servirebbero a niente. Devo riuscire definitivamente a concentrarmi sulla mia vita ed esclusivamente su quella, perché questo devo fare per andare avanti e raggiungere i miei obiettivi. I risultati qua sopra sembrano dimostrare che ci stia riuscendo, e anche molto bene, quindi sarebbe davvero da stupidi fare altri otto anni di passi indietro che purtroppo ho perso e non riavrò indietro. Meglio pensare a tutti quelli che ho ancora davanti, no?
Altri piccoli pseudo-aggioramenti. Questo sabato salgo a Roma, a incontrare alcuni carissimi amici, altri pseudo-amici e altri che potrebbero diventare nuovi carissimi amici o pseudo-amici. Forse, ma dico forse forse forse, a Settembre potrei iniziare a lavorare per il Servizio Civile, ho il colloquio il trenta di fine mese e incrocio le dita. Meglio prepararsi al peggio per avere già le spalle forti e coperte in caso di delusione, però ci spero davvero molto, non posso negarlo.

Che altro? Ah, mio padre è un co**ione. Mi piange il cuore a dirlo e gli voglio comunque tanto bene, ma tant'è...

sabato 27 giugno 2009

Aggiorniamoci

Evito di annoiarvi sui miei studi in campo metrosessuale. Poi se avete voglia che vi parli di tagliacuticole, creme esfolianti, idratanti, doposole, filo interdentale ecc. fatemi un fischio e vi accontento.

Parliamo d'altro: sento avvicinarsi sempre di più le vacanze e questo è un bene. E' meno bene il fatto che non mi stia sforzando quanto dovrei nello studio, ma ormai è un fatto assodato che con la testa non ci sto tanto e quindi amen. Incrocio le dita sperando di raggiungere buoni risultati col minimo sforzo. Domani, se tutto va bene e il tempo la smette di fare le bizze, vado a mare per la prima volta quest'anno (studio in spiaggia, giuro!). Farò sfoggio del mio bel petto liscio, carico di peletti incarniti e brufoletti, ma tutto sommato in buon stato.
Mio fratello ricomincerà a lavorare dal 15 luglio a Venezia. Quasi sicuramente lo scorterò io lassù nel lungo viaggio in macchina, ma ho bisogno di staccare un po' da qui e stare da solo con lui. Ci stiamo allontanando ed è una cosa naturale, crescendo, ma proprio per questo cerco di approfittare di quei momenti in cui possiamo stare insieme.
Che altro? Mah, di argomenti negativi non ho voglia di parlare. Da un lato perché effettivamente non ce ne sono più. Dall'altro, perché anche se ci sono sta ritornando in me quella forza d'animo che mi faceva superare i momenti brutti a testa alta. Da un altro ancora, semplicemente perché non sono un tipo a cui piace avvelenarsi da solo, portare rancore o perdere tempo odiando il prossimo. Che le persone brutte restino brutte è un problema loro, che io me ne sia accorto è cosa buona e giusta, stare lì a caragnare e pensare a loro è da stupidi quando nel farlo perdi il bello che c'è nella vita, no? Come no? Chi ha parlato? Ti corco di botte!

domenica 21 giugno 2009

Il lesbico

Sono un ragazzo normale. Magro, brillante, pieno di seme, mi piacciono le donne. Tanto.
Però mi faccio la ceretta, adoro fare shopping sfrenato, ascoltare le chiacchiere tra ragazze piuttosto che sentire gli amici che parlano di calcio e fantacalcio (che palle!!!). L'ennessimo passo verso l'ambiguità è stato ieri, quando ho unito la mia passione per lo shopping a quella per la cura del corpo. Ho comprato un prodotto esfoliante per il corpo e un guanto di crine. Questo perchè, razza di ignoranti, sul nostro corpo si depositano tante impurità causate da smog e inquinamento e bisogna continuamente aiutare la pelle a rigenerarsi.

Detto questo, bisogna porsi delle domande: ma sono normale? La risposta è sì, normalissimo. O meglio, io sono io, e tanto basta.

Ma se vogliamo trovare un termine tecnico a questa mia condizione, abbiamo una risposta: Metrosessualità.

Da Wikipedia:

La metrosessualità è, nel linguaggio giornalistico, il termine che viene usato per indicare una specifica condizione psicologica in rapporto alla propria identità sessuale. Si riferisce alla parola inglese metrosexual: si tratta di un incrocio linguistico tra le parole metro ed "eterosessuale". La parola metrosexual è utilizzata per indicare una nuova generazione di uomini, eterosessuali, tendenzialmente metropolitani (metro-), consumatori di cosmetica avanzata, curatissimi nell'aspetto (tra i vezzi più diffusi: l'ossessione per il fitness, l'abbronzatura a raggi UVA, la depilazione parziale o totale del corpo). Gli interessati sono appassionati di shopping e tendenzialmente salutisti.

Il termine "Metrosexual" risale al 1994 ad opera di Mark Simpson in riferimento al telefilm Sex and the City. Il fenomeno viene talvolta messo in correlazione con casi di narcisismo e di concentrazione ossessiva sugli aspetti estetici[1].

Va comunque ricordato che il termine è legato al giornalismo e non si riferisce direttamente a categorie della psicologia. Non si tratta semplicemente di vanità, ma della ricerca quasi ossessiva della perfezione. Per gli interessati, soprattutto all'estero, l'editoria si sta facendo in quattro con riviste dedicate al "nuovo maschio", ma anche i programmi in tv, dove alcuni omosessuali danno consigli ad eterosessuali. Si tratta di una notevole fonte di fatturato per l'industria, che offre uno spettro di prodotti per garantire una cura del proprio corpo pari a quella un tempo riservata solo alle donne.


Me cojoni!

martedì 16 giugno 2009

Un passo avanti

Da ieri ho ufficialmente chiuso con gli esami scritti di inglese, ma prima il dovere e poi il piacere:

Sono contento, mi ci voleva, ed era anche ora! Nessuno ti regala niente, quindi questo risultato me lo tengo bello stretto e me lo sono conquistato con i miei sforzi. Non ho che fatto un piccolo passettino in avanti, ma in questo preciso periodo e come se questo passettino mi avesse permesso di evitare di precipitare giù per il terreno che si sgretolava alle mie spalle. Non voglio passare dal pessimismo più nero alla gioia sfrenata adesso, ma finalmente una ragione per sorridere l'ho ritrovata e me la tengo stretta finché dura. E per farla durare devo continuare a lavorare sodo.

Sull'esame in sè, è roba degna di un quadro di Pollock. Arrivo all'università la mattina presto e attendo che affiggano i risultati. Nel caso avessi passato lo scritto c'era da fare l'orale quello stesso giorno. Orale che, onestamente, non avevo praticamente preparato. Aspetto. Aspetto. Aspetto. La folla di tipe intorno a me mi crea disagio come ogni volta che c'è un esame. Più vedo gente nervosa intorno a me e più mi innervosisco. Più mi innervosisco e più assumo l'atteggiamento di chi è lì e non è assolutamente in ansia, giusto per dare loro sui nervi. Finalmente la prof mostra i risultati e, toh, superato. Nè un voto altissimo, nè uno bassissimo. Sono soddisfatto a metà, parte il tormento dei se: e se non mi alzano il voto? e se non sono preparato abbastanza bene? e se decidono di non darmi l'esame? e se mi bocciano? e se devo tornare a rifarlo? e se non va bene come cavolo reagirò? e se?
Poi iniziano gli esami, in ordine alfabetico. Inizia la lunga attesa, ne approfitto per prepararmi l'orale quella stessa mattinata (secchione? prrr). Inizia anche la solita snervante pressione delle tipe al malcapitato/a di turno che ha appena finito l'esame e viene bombardato di domande: che ti ha chiesto? oddio, veramente? ma le prof sono brave o carogne? ma questa cosa mica c'è sul libro? aiuto! (quando capitano a me queste situazioni di solito me ne esco con risposte a cazzo, tipo che mi ha chiesto cose impossibili e assolutamente inventate, o altre volte rispondo in maniera odiosissima: "Mi ha chiesto le cose che ci sono sul libro e che ha spiegato nel corso. State tranquille, tanto avete studiato, lo so." A volte capisco perché sto sempre sulle mie :P).
Si fanno le 13, le 13 e 30, le 14. Io non ho fatto colazione nè pranzato, ma ho lo stomaco chiuso, ovviamente. Parte il count-down, dopo tre esami tocca a me. Intanto si sparge l'ennesima nuova voce: una delle due prof non fa più domande e conferma solo il voto. Mi rilasso, capisco che è fatta. Entro, mi trattengo dallo stendere i piedi sul tavolo per dimostrare quanto sia tranquillo e parto con l'esame. Conversazione con la prof su degli articoli di giornale che ci ha fatto leggere lei più altri scelti da noi. I suoi articoli li avevo a malapena leggiucchiati quella mattina, me ne chiede uno sulla censura che ha adottato la Cina su dei filmati messi su You Tube. Non ricordavo nulla e adotto la mia brillante tattica: inizio a parlare a cazzo di qualsiasi cosa mi venga in mente. Parto da You Tube e inizio a parlare di me e di come lo utilizzo (video musicali, partite di calcio, da lì passo a parlare di mio fratello che mette i filmati per la sua ragazza, prendendolo anche per il culo), poi passo alla Cina e ai problemi riguardo alla censura, passando per Olimpiadi e Tibet. Lei è tranquilla e a stento si trattiene dal mettere i piedi sul tavolo per quanto stia andando bene l'esame. Mi chiede uno dei miei articoli e io saggiamente parlo di un articolo sul perché le donne siano attratte dagli uomini poco attraenti molto spesso, partendo con una filippica contro lo stesso autore dell'articolo dicendo che ha scritto una marea di stronzate. La prof sembra apprezzare il mio spirito d'iniziativa (e lì il mio pensiero vola alle tipe che cercavano di imparare gli articoli a memoria, come se i prof volessero sentire delle pappardelle recitate e non capire se sei in grado di parlare in maniera sciolta in inglese, mah...).
Comunque mi congeda. Tocca all'altra prof. Mi parla rapidamente dello scritto e mi fa una domanda (la sua parte verteva sulla linguistica inglese, brrr). Io adotto la stessa tecnica di prima del parlare a cazzo, ma giustamente non funziona. Do qualche mezza risposta e faccio scena muta in altre. Lei a un certo punto mi fa una domanda e confesso di non saperla.
"Va bene, le confermo il voto dell'altra professoressa che le ha alzato un punto. Mi dispiace, perché sarebbe potuto andare meglio anche con me. Comunque sull'ultima domanda non le dico la risposta, perché ho intenzione di chiederlo agli altri studenti e non voglio che lei ora la dica a tutti."
Io, che da timido e impacciato agli esami divento una faccia da culo come pochi rispondo sorridendo: "Beh, però ora posso dire che lei fa questa domanda così loro vedono di che si tratta, no?"
Lei mi fulmina con lo sguardo e capisco di aver pisciato fuori dal vaso, ma per fortuna passa subito. Mi prende il libretto e prima di scrivere si interrompe: "Lei il voto lo accetta, giusto?"
Per due secondi stava di nuovo partendo la mia lingua biforcuta e non so quale battuta del cazzo avrei potuto sparare, poi mi limito ad affermare con un cenno del capo.

Sembra fatta. Esco fuori e ci sono tre/quattro ragazze che mi fissano. Io ne guardo una con cui ho più confidenza e dico: "Dovete chiedermi qualcosa per caso?" E lei: "No, no. Però attento che c'è uno scarafaggio enorme dietro di te."
Io mi giro sorridendo, convinto che stesse scherzando e invece c'è il re degli insetti che zampetta allegramente alle mie spalle. Non ho assolutamente idea di cosa sia, ma è enorme, giuro. Grande quanto il mio pollice, marrone e con una corazza bella solida. Mi avvicino lentamente, affascinato, di più, ipnotizzato. Mi volto e le tipe sono sparite via urlando, mah.

Penso a cosa farebbe mio fratello e subito accantono l'idea: non ho stuzzicadenti, fiammiferi o tenaglie in quel momento.

Una tipa armata di coraggio prende un giornale per coprirlo e calpestarlo. Mentre si avvicina, con una perfidia come poche dico: "Attenta, mi sa che questo insetto vola anche". Lei scappa via urlando. Poi torna, copre e calpesta il povero insetto. Convinta di aver fatto il suo dovere fa tornare le altre amiche e solleva il giornale.
L'insetto è ancora vivo e pare pure incazzato perché corre velocissimo verso le ragazze, che scappano urlando. Io non resisto e scoppio a ridere come un cretino. La prof esce fuori per capire che succede e vede l'insetto. Mi fissa ridendo e fa: "Ci pensate voi, vero?" Io dico di sì, sempre ridendo. La tipa, coraggiosa, c'è da dirlo, torna col giornale e ricalpesta l'insetto. Più volte, ripetutamente. Ho il dubbio che abbia una crisi isterica, ma poi solleva il giornale e...

Morto. Una parte del mio cuore lo sapeva, ma speravo ancora di vederlo correre dietro alle tipe, furioso. Capisco che sono fuori posto in quel momento e sono anche dispiaciuto per la dipartita di quel bellissimo insetto enorme.
Però poi ci penso: lui è morto, tu no. E anche a te ti hanno calpestato ben benino ultimamente. Chi lo sa, magari prima o poi ti pesteranno definitivamente e non riuscirai più a rialzarti, ma intanto sei ancora in piedi. E anche quell'insetto, prima di andarsene ha venduto cara la pelle, no? Perché non provi a fare lo stesso? Quando pensi di iniziare, idiota?

Ho già iniziato.

venerdì 12 giugno 2009

Help!

E' un po' che non aggiorno, così come penso sia un po' che nessuno legge più quello che scrivo, ma fa niente. Il blog è soprattutto una cosa personale, una sorta di anti-stress mentale, quindi finché ne ho bisogno continuo a scrivere.
Che volete sapere? Non c'è molto da dire. Sto male, ragazzi. Ma sul serio. Vi ricordate la storiella che racconto sempre del bicchiere mezzo pieno? Ecco, stavolta è vuoto, prosciugato, non c'è neanche una goccia. E ricordate la storia di Tomo che se ha almeno un motivo per sorridere va avanti a testa alta? Ecco, non ho più nulla per cui sorridere.
Tranquilli, niente proclami di suicidio via internet, certe cose sono ben lontane dalla mia mente. Però sto sempre male. E non si tratta, come prevedibile, del mio stato di singletudine. Certo, quella cosa ancora mi brucia e mi brucierà per tanto tempo, ma il problema è quando cerco di guardare oltre e non vedo nulla.
Amici? Ci sono, lo so, ma non trovo il tempo per vederli e per sentirli. E, lentamente, ci stiamo allontanando. Vuoi perché si cresce, vuoi perché ognuno ha le sue preoccupazioni, vuoi perché ognuno deve pensare alla propria vita. Ma ci stiamo allontanando, lo sento. E ho paura.
Famiglia? Non sopporto mio padre. E la cosa che mi fa stare male è che mi sento una merda per questo. Ormai mi irrita qualsiasi cosa faccia e per quanto mi sforzi di essere paziente reggo pochissimo. Mia madre la vedo poco e a parte qualche chiacchiera la sera non parliamo mai. Quante volte avrei voglia di abbracciarla e basta, senza dire niente, ma poi non lo faccio mai. Mio fratello ora deve ripartire per altri quattro mesi. Sono contento, e alla fine ogni settimana continuerò a vederlo, più o meno come succede adesso che è ancora qui. Ma anche io e lui ci stiamo allontanando, ognuno per la sua strada. E ho paura.
Università? Grande punto di domanda. Sono agli ultimi esami ma non riesco più a sbloccarmi. Studio poco, mi concentro poco, ma soprattutto me ne preoccupo poco. E proprio adesso che dovrei fare gli ultimi sforzi sento che il terreno sta lentamente sgretolandosi. Basterebbe poco da parte mia ma non ce la faccio. E ho paura.

E quando leggo tutto questo l'unica cosa che penso è: "Vuoi restare qui a lamentarti o vuoi fare qualcosa e reagire?" La risposta è semplice, è l'atto pratico che non riesco a mettere in funzione. Non capisco perché. E questa è la cosa che mi fa più paura.

lunedì 1 giugno 2009

Sparirò

Boh, sento che devo aggiornare il blog ma non so neanch'io di cosa parlare. Ho gli esami che si avvicinano inesorabilmente e non mi sento tanto pronto per affrontarli. Se miracolosamente i risultati dovessero essere quasi tutti positivi sarebbe davvero ora di vedere cos'è quella luce in fondo al tunnel. E non sarebbe un treno che viene contro, di questo sono sicuro.

Delle altre faccende in cui sono stato affaccendato rispondo con un laconico: no comment. Una sola volta mi sono permesso di aprire bocca a riguardo ed è scoppiato un pandemonio. Di pensieri brutti e cattivi che mi passano per la testa ce ne sono e ce ne saranno ancora, ma sono cose che ho quasi tutte detto in faccia a chi di dovere e non me le rimangio neanche per sogno. Io non ho perso niente, perché ci ho provato fino alla fine. Altri non possono ritenersi così Fortuna(ti), ma non è affar mio.
E ora? Ora affronto gli esami a viso aperto e con un pò di timore, ma questo è normale. E affronto la vita sempre a viso aperto e con un po' più di timore, ma anche questo è normale. Dovrei essere giù perché la affronterò stando per un po' di tempo da solo, ma come dice il proverbio: "Meglio soli che male accompagnati".
Sì, i proverbi sono una gran cazzata, sono d'accordo con voi. Ma anche certi comportamenti, certe paure e certe debolezze sono delle gran cazzate, ma non fanno parte della mia persona, quindi inutile star male per cose che non ti riguardano più.
Non ho più nulla da dire su questa faccenda e questo blog termina di essere un triste e frustrante angolo del piagnone in cui si rimpiangono le minestre riscaldate (:P), in cui tu sei stato un grande chef e non devi pentirti di niente. Erano gli ingredienti che facevano schifo.

Per il prossimo aggiornamento apro il televoto:
A) Tomo e la disavventura con la ragazza che gli chiede cosa significhi il termine "scatologico".
B) Tomo e la piscina (tema abusato ma sempre alla moda).
C) Tomo e le vacanze (ma qui potrebbero esserci spruzzetti di acidità verso delle persone, vi avverto).

A voi la scelta.

martedì 19 maggio 2009

Forse non c'è niente da capire

E' ufficiale, sono cresciuto. Ed è ufficiale, la cosa mi va benissimo se non fosse per il fatto che sono ancora molto immaturo (è un ossimoro, lo so. Sì, so anche cos'è un ossimoro, ignoranti!). Sono maturo perché prendo più decisioni di testa mia, faccio più cose senza che siano altri a dirmi di farle, penso con la mia testa e, anche sbagliando, sono contento di farlo sapendo che ho ragionato da solo e senza essere pilotato da altri. Però sono anche immaturo. Perché prendo decisioni ma dovrei avere anche la forza di alzare la voce più spesso e di mandare a fanculo chi crea solo confusione inutile. Perché faccio più cose senza che siano altri a dirmi di farle, ma non sempre sono le cose giuste da fare e agisco d'istinto. Perché penso con la mia testa, ma non ragiono ancora con lucidità e sbaglio ancora troppo per i miei gusti.
Ma per il momento sono questo, prendere o lasciare, mi piaccio così. E dò un consiglio da quattro soldi a quelli che non si piacciono per come sono. Volete cambiare? Cambiate. Tutto lì. Se non vi basta questa come risposta e non iniziate a reagire siete solo persone deboli. E deboli rimarrete, per il resto della vostra vita.
Già, la vita, ne abbiamo una sola e ci deve bastare, dopo sarà tutto finito. E la vita è dura, sapete? Ti leva tutto in un attimo e se ne frega di te. Se le cose ti vanno male non è lì a darti una mano per rialzarti, non ti dà una pacca sulla spalla, non ti regala qualche fortuna senza motivo, non c'è quando ne hai bisogno. Però fa una cosa ancor più grande: ti lascia vivere. E anche se sembra che non faccia niente è sempre lì che ti sussurra: "Guarda, hai miliardi di possibilità tra cui scegliere. Sei ancora vivo, cazzo. Se non scegli niente sei già morto e io non posso fare nulla per te."

Io ho scelto. Grazie, vita.

venerdì 15 maggio 2009

Si riaprono i battenti!

Vi ero mancato? A me un po' sì e ringrazio i miliardi di lettori che hanno sentito la mancanza di questo blog (giuro, li ringrazio tutti. Tutti e tre). Ora però si riparte, con la stessa consapevolezza di prima. Questo è il mio blog, il mio piccolo angolo dove esprimo tutto quello che mi pare. Se ci sono persone a cui non piace quello che dico basta dirmelo, se c'è gente che si offende basta venire a parlarmi, se c'è gente a cui non frega niente di quello che scrivo, beh, non venga a leggermi. Io sarei il primo a non passare sul mio blog, se potessi. Quindi se passate da queste parti per spiare morbosamente i fatti miei come avete fatto per mesi o vi informate su di me tramite terzi senza fare lo sforzo di venirmi semplicemente a cercare è solo un problema vostro. Potrei dilungarmi ancora per ore ma credo che queste poche parole chiariscano bene cosa intendo dire. Citando Gennaro D'Auria: "Chi mi capisca, mi capisca!"

E se volete rivedere il Tomo pazzarello che racconta aneddoti, che quando è giù trova il motivo per ridere anche delle cose brutte, che quando è incazzato lo dice e quando vuole dire qualcosa la dice, sono tornato.
E partiamo subito da ieri, seratona al Drengot con annesso gioco del Dr.Why (una specie di quiz a risposta aperta, cercate su google se volete approfondimenti :P). Mio fratello va a giocarci ogni settimana e spesso e volentieri vince a mani basse. Stavolta, essendo il campione uscente, avrebbe potuto vincere un viaggio se avesse fatto il bis, ma partiva con l'handicap di meno 1000 punti rispetto a tutti gli altri. Anch'io ero presente, ma con un altro tavolo a festeggiare il compleanno di un caro amico e anche noi avevamo le nostre due belle pulsantiere. Per non so quale regola del cazzo, oltre al primo, anche i sesti classificati avrebbero vinto un buono da spendere nel locale.
Finale al cardiopalma: sesti classificati... i miei amici! (e, modestia a parte, una fettina di merito me la prendo per aver dato una mano e averli fatti arrivare in finale nella gara di spareggio, anche se davo le risposte esatte e loro sbagliavano a premere :P). Terzo classificato: io! Con il massiccio appoggio di due fedeli lettori del blog (Sandy, gare su pista, ecc. non ce l'avrei fatta senza di voi :D). Primo? Indovinate un po'? Il terminator bergamasco/veneziano/aversano, che non ha solo vinto, ha letteralmente rotto il culo a tutti i partecipanti dando migliaia di punti di distacco (ed era solo contro tavoloni pieni di gente che mugugnava. Sucate, con tutto il rispetto). Quindi stamattina sono un po' felice. Solo un po', ma sono felice. A parte 'sto mal di testa del cazzo dovuto al litro di birra bevuto ieri.

E ora una canzoncina allegra per chiudere in bellezza questo capitolo. Sono contento di essere tornato tra voi:
È difficile tenerti ancora qui
Sei un fardello troppo grande da portare
E io giuro che non posso farne a meno
Il mio cuore ora no, non ce la fa
E non dico che hai sbagliato in qualche cosa
Perché tu mi hai dato tutto quel che hai
E già so che piangerai, che piangerò
Ma che poi ti cercherò ovunque andrai
E non stringermi così
Chiudi gli occhi e pensaci
Io non voglio farlo per poi perderti.
Sparirò, contaci
Non saprai più dove sono
E capirai che con me
Non potevi andar lontano
E saprai dar di più
Trova un uomo che sia buono
E che ti ami più di me
Anche se io credo sia impossibile.
È difficile tenerti ancora qui
Sei un tesoro che non posso governare
E sai di donna, sai d’amore, sai di mare
Tutto quello a cui non posso rinunciare
Ora devi andare via
Dì che è tutta colpa mia
Ma dì al mondo che ti ho amata alla follia.
Sparirò, contaci
Non saprai più dove sono
E capirai che con me
Non potevi andar lontano
E saprai dar di più,
Trova un uomo che sia buono
E che ti ami più di me
Anche se io credo sia
Anche se io credo sia
Anche se io credo sia impossibile.
Perché è impossibile.

martedì 5 maggio 2009

Cala il sipario.

Questo blog resterà chiuso a tempo indeterminato. Non è un addio, ma per un po' non voglio che si sappia cosa mi passa per la testa. Se ci tenete morbosamente a saperlo sapete dove trovarmi e dove abito.

Ciao e grazie a tutti.

domenica 3 maggio 2009

Chiariamo per bene le cose.

Questo è il mio blog. Ce ne sono tanti come lui, ma questo è il mio. Il mio blog è il mio migliore amico, è la mia vita. Io debbo dominarlo come domino la mia vita. Senza di me il mio blog non è niente; senza il mio blog io sono niente. Debbo saper colpire il bersaglio, debbo sparare meglio del mio nemico che cerca di ammazzare me, debbo sparare io prima che lui spari a me e lo farò. Al cospetto di Dio giuro su questo credo. Il mio blog e me stesso siamo i difensori della patria, siamo i dominatori dei nostri nemici, siamo i salvatori della nostra vita e così sia, finché non ci sarà più nemico ma solo pace. Amen.

sabato 2 maggio 2009

Basta!

Qualcosa di divertente per risollevare l'ambiente?

Ci sono: ho iniziato a usare i cerotti per i punti neri.

Non basta?

Sto pensando seriamente di iniziare a fare le lampade abbronzanti.

Ancora?

Le ipotesi che io faccia una ceretta con il laser prendono sempre più piede (almeno a parole).

Non state ancora ridendo?

Mi sono fatto crescere dei baffetti che hanno scatenato un putiferio. C'è chi dice che sto benissimo, chi mi ha dato del frocio, chi che starei meglio senza, chi che starei meglio con la barba incolta, altri mi hanno tolto il saluto.

Provo l'ultima?

La mia ex sta con un 18enne racchio, brufoloso e analfabeta che probabilmente ha un'età cerebrale pari a 5 anni. Il che lo rende comunque più maturo di lei di almeno 10 anni, credo.

Niente? Oh, ma siete incontentabili... Oppure sarò io che ho uno strano senso dell'umorismo, vallo a capire...

domenica 26 aprile 2009

Tu

Sei una persona piccola quanto un puffo in ginocchio. E continuo ad augurarti ogni fortuna possibile. Ma resta il fatto che tu faccia schifo.

giovedì 23 aprile 2009

Stand-By

E' un periodo un po' così. Non c'è niente che vada male. Ma nemmeno niente che vada bene. Diciamo che è il classico periodo in cui si va avanti col pilota automatico, si fanno le cose che si devono fare e ci si tura il naso su quelle che ci danno fastidio. Ma, sostanzialmente, non ci sono grosse novità. Seguo i corsi, vado in piscina, faccio palestra, dovrei giusto iniziare a studiare per gli esami di giugno, ecco. Siccome siamo agli sgoccioli forse sarebbe anche giusto sforzarsi un minimo in più, almeno stavolta.
Ma tanto non lo farò, quindi è inutile che mi faccia false promesse. Continuerò a percorrere il tunnel e scoprirò solo all'ultimo se la luce che vedo in lontananza è la fine della galleria o un treno che viene contro.
Intanto sopravvivo. E non è poco.

giovedì 16 aprile 2009

Al volo...

Vi auguro di passare una giornata di merda come la mia, con tutto il cuore.

Senza offesa, eh? No, davvero, senza offesa...

Vi offendete? 'Sti cazzi...

giovedì 9 aprile 2009

Embè?

Lo so che dovrei aggiornare il blog più frequentemente, ma cosa devo dirvi? Fare il solito elenco delle cose che mi succedono? Parlare dell'ultimo esame che ho fatto? Del terremoto che ha squassato l'Abruzzo? No, non ho nulla da dire su queste cose. Nulla di interessante, almeno. Nulla che mi faccia dire: "Hey, ora ne parlo sul blog!"
E perché ora sto scrivendo, quindi? Boh. Scrivo perché ne ho voglia e lascio che le parole escano a caso, un po' come il giochino "Word Challenge" che c'è su Facebook.

DRIIIN. Ecco la parola chiave: ebbene sì, ho ceduto al lato oscuro della forza. Ceduto un par di palle, in realtà. Anche se ho sempre assunto una posa da anti-facebook non ho mai avuto nulla contro questo social network. E' solo che non capivo perché avesse preso tanto piede.
"Puoi ritrovare i vecchi amici", embè? Se ci siam persi di vista ci sarà un motivo, no?
"Puoi far parte dei gruppi", certo, perché essere amico di Saviano o della gente de L'Aquila mi fa dormire più sereno la notte, bah...
"Puoi fare conoscenze", spiacente, preferisco i metodi tradizionali.
E quindi finora non mi ero mai iscritto, ma non sono mai stato un anti-facebook del tipo "no, non mi ci iscriverò mai. Facebook è la rovina di Internet!" BUM, ma chi ti ha pisciato nel latte la mattina per farti dire 'ste cazzate? Semplicemente non mi interesseva.
"E ora ti interessa quindi? E come mai?"
Boh, ma saranno pure cazzi miei, no? Sarò libero di fare quel cavolo che mi pare della mia vita? E tu che cazzo guardi? Stronzo.

domenica 29 marzo 2009

Il figliol prodigo

Sono tornato a casa due giorni fa. Inutile stare a raccontarvi le cose successe o i singoli aneddoti, mi annoierei io per primo a scriverli. Sappiate solo che se incontro ancora qualcuno che mi guarda con aria schifata quando gli dico che non ho visitato Venezia giuro che lo prendo a calci. Badate.

Più o meno sto dicendo a tutti che mi sono rilassato in questa settimana, ma a pensarci bene non è mica tanto vero. Più che altro ho avuto tempo per pensare e, anche se sembra una cazzata, isolarsi dal mondo ti costringe a farlo e, volente o nolente, riesci a vedere le cose con una prospettiva molto diversa, a partire proprio dalle persone che ti circondano. Ora sono di nuovo qui e in appena un giorno sto tornando a esaurirmi come prima, ma pazienza. Per poter andare via da qui devo essere io a sgobbare, quindi inutile lamentarsi.

Ma non voglio parlare di queste cose, lo sapete che vedo sempre il bicchiere mezzo pieno. Ho avuto modo di re-incontrare degli amici in quel di Bologna e, al di là del piacere in sè nel rivederli, questi mini-incontri che faccio più o meno ogni anno mi fanno sentire strano. E' una cosa bellissima il fatto che attraverso dei determinati collegamenti si finisca con l'incontrare certe persone, sparse per tutta Italia, tutte diverse tra loro. Gente che magari non avresti mai cacato di striscio se avessero vissuto nel tuo stesso paese, magari nella tua stessa via. E attraverso di loro conoscere altre persone, che probabilmente non rivedrai più ma con cui hai condiviso un pezzetto della tua vita. Non sono tanto bravo a spiegare come mi sento in questi casi, ma penso che l'incontro con ogni singola persona in piccola parte ci arricchisca sempre, nel bene o nel male. E senza un giochino virtuale frequentato da poveri pazzi ora un ragazzo di Napoli non avrebbe i pupazzeti di Hulk Hogan e Andrè The Giant sulla mensola sopra il suo letto; un ragazzo sardo che vive a Bologna non avrebbe il peluche di Ciro, l'orsetto parlante e la videocassetta di "Napoli: Serenata Calibro 9"; un professore precario di Cesena non avrebbe una locandina che pubblicizza un fanta-cinema e relativi adesivi... e a sua volta io non avrei il fumetto "Watchmen" di cui sono innamorato. E, chiusura del cerchio, chi avrebbe mai previsto che il film tratto da questo fumetto l'avrei proprio visto a Bologna in quest'occasione?
Cazzo, quanto è strana la vita...

domenica 22 marzo 2009

L'emigrante

Sono sdraiato su un letto matrimoniale e scrivo con il computer appoggiato sulle ginocchia. No, non ho intenzione di distruggermi le gambe nè mi sono sposato all'improvviso. Semplicemente, sulle gambe ho il portatile di mio fratello e sono in un letto matrimoniale perché sono andato a trovarlo a Venezia (a Meolo, per esse pignoli). Non potete nemmeno immaginare la pace che ci sia qui. Una casetta isolata in mezzo alla campagna; il rumore di un ragazzino che gioca a pallone o il passaggio di qualche treno sono le uniche cose che rompono il silenzio. Non so cosa farò in futuro, nè cosa mi aspetta, ma vorrei vivere esattamente in un posto come questo. Fuori c'è una bellissima giornata anche se fa freddo e volendo potrei uscire e farmi una bella corsetta dato che c'è anche una lunga pista pedonale immersa nel verde.

Poi, se siete di quelli che vedono il bicchiere mezzo vuoto,vi informo che sono chiuso a chiave nella mia stanza. Che in quella di fronte c'è un ragazzo rumeno che condivide con me la cucina. Che nel bagno il bidet è rotto. Che ci sono insetti di ogni tipo che spuntano qua e là a sorpresa. Dulcis in fundo, il proprietario della casa è un tedesco misterioso di cui non ho ancora fatto conoscenza. Fa il pittore, è vedovo e ha due figli piccoli. Ha una leggerissima somiglianza con David Cronenberg e non ho il coraggio di uscire di qui, per paura che possa chiudermi in cantina e fare chissà quali esperimenti.

Però che pace!

venerdì 13 marzo 2009

Il Piag(no)ne

Rileggo i miei ultimi post e sono abbastanza tristi. E quando sono triste un po' troppo a lungo poi mi girano i coglioni...
OK, non è stato un bel periodo per me. OK, ho tanti pensieri per la testa e altri ancora ne avrò in futuro. OK, ho l'impressione di guardarmi intorno e di non aver ancora combinato niente. OK, OK, OK... OK un par di palle, io non ci sto.
Sono sempre stato uno che vedeva il bicchiere mezzo pieno e leggere i miei ultimi post malinconici è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Credo che nei momenti no cercare di fare qualcosa per reagire non serva a niente. Il miglior modo è star giù fino in fondo e combattere così. Affrontare il dolore, prenderlo a pugni, farsi prendere a pugni e, alla fine della contesa, darsi una bella stretta di mano e dirsi: "Amici come prima".
Non sono qui per fare finti proclami tipo: "Ah, ho messo il passato alle spalle", mentirei a voi e a me. Ma non sono nemmeno di quelli che per due anni stanno ancora lì a piangersi addosso come se avessero perso chissà cosa (poco, molto poco, fidatevi). Mi farei schifo da solo a vedermi così. E quindi vado avanti. Tutti i "se", i "ma" e i "forse" li lascio a chi è troppo stupido per capire che di vita ne abbiamo una sola e rimpiangere le cose è solo un modo per non godersi tutto quello che c'è intorno.
Con questo cosa voglio dire? Boh, non lo so nemmeno io. Ma intanto l'ho detto.

E se qualcuno me lo spiega mi fa un favore.

venerdì 6 marzo 2009

Non si guarda indietro

Our love has changed,It’s not the same,
And the only way to say it,
Is say it, It’s better.
I can’t conceal,
This way I feel,
For all the time we spent together, forever, just get’s better.
See what I’m tryna say is,
you make things, better.
And no matter what the day is, with you here, it’s better.
I’ll stand by you,
If you stand by me,
I think it’s time I reveal,
Cos I believe it,
It’s better.
See what I’m tryna say is,
You make things, better.
And no matter what the day is,
With you here, it’s better.
The more I talk to you, I fall in love with, everything you do.
….
See what I’m tryna say is,
You make things, better,
And no matter what the day is,
With you here, it’s better.
Our love has changed,
It’s not the same,
And the only way to say it, Is say it, it’s better

giovedì 5 marzo 2009

Zac Zac!

Se in questi giorni dovessi morire, mi raccomando, vendicate la mia morte.

E poi vendicatevi di chi si è vendicato della mia morte, così impara a farsi i cazzi suoi, lo stronzo.

lunedì 23 febbraio 2009

Molto pulp. Pure troppo...

Capita una mattina di dover accompagnare tuo padre a fare un piccolo intervento. Niente di che, togliersi una cisti sulla spalla. Capita che tuo padre debba passare a prendere un suo amico e ti dica di aspettare in macchina. Capita che in macchina ci resti tre ore, ma tutto sommato la cosa ti va bene, perché c'è un bel sole e stai al caldo. Capita che arrivate in clinica e scendete dalla macchina. Capita che, un attimo prima di entrare, ti accorga di avere un fazzoletto attaccato alla scarpa. Capita che ti chini per strapparlo via. Capita che ti tiri indietro inorridito, quando noti che tale fazzoletto è pieno di merda. Capita che guardi sotto la scarpa e vedi che è interamente ricoperta di merda. E, sì, capita anche che sia quel particolare tipo di scarpa con la suola zigrinata, quindi la merda ha attecchito ben bene. Capita che non puoi lasciare tuo padre da solo, ma capita anche che non puoi entrare in quelle condizioni. Capita che entri, ma sì, chi se ne frega. Capita che appena entrato ti fiondi in bagno per rimediare il più possibile al danno. Capita che il bagno è occupato. Capita che il bagno si liberi dopo tre ore e il vecchietto che c'era dentro deve aver fatto la cacata più imponente della sua vita, dato l'odore. Capita che devi resistere tra questo duplice odore di merda, quello che circonda il bagno e quello che arriva da sotto la scarpa. Capita che rimedi in minima parte, almeno per salvare le apparenze. Capita che ti dicano che tuo padre deve aspettare forse un paio d'ore prima di fare l'intervento. Capita che - oh, che culo - un minuto dopo decidano di farlo scendere subito per risolvere il problema. Capita che aspetti un'altra mezz'oretta in attesa che tuo padre torni. Capita che finalmente puoi tornartene a casa. Capita che ti chiudi in bagno e, pazientemente, armeggi con ben due cotton-fioc per raschiare via tutta la merda. Capita che, nel frattempo, tua madre ti avverta che è pronto il pranzo. Capita che tu abbia molta fame, ma allo stesso tempo un po' ti sia passata la voglia. Capita che la pulitura è quasi terminata e, siccome sei un perfezionista, con uno stuzzicadenti togli via anche il più piccolo residuo di merda. Capita che finisci il lavoro e tutto sommato ci ridi già sopra. Capita che capitino tante cose nella vita. E capita pure che ti renda conto che, tutto sommato, togliere un po' di merda dalla scarpa non è poi così tremendo. Perché di merda nella vita la dobbiamo ingoiare tutti, ma almeno questa non lascia residui una volta lavata via...

lunedì 16 febbraio 2009

Relax

Non vi offendete, ma mi fa ridere l'immagine di voi che leggete il mio ultimo post e restate a bocca aperta e senza sapere cosa dire leggendo l'ultima frase. I 0 commenti (non che di solito abbondino, eh :P) sono lì a dimostrarlo.

Se vi parlo di derby vi rasserenate? Io di certo sì. E come ha detto Nicola Savino: "Adriano ha il vizio di alzare un po' il gomito". :D

giovedì 12 febbraio 2009

Libertà

L'ultimo aggiornamento risale al 28 gennaio. Parecchio tempo, ma in fin dei conti meno di un mese. Ed è curioso come, in meno di un mese, tante cose cambino repentinamente. Non saprei nemmeno da dove cominciare...

Mio fratello è stato trasferito da Bergamo a Venezia, da un giorno all'altro. Nuovo trasloco, nuova sistemazione, nuovi ritmi di vita, tanto tanto stress. E' stato triste dover salire a Bergamo sapendo che sarebbe stata anche l'ultima volta (almeno per andare a trovare mio fratello, intendo), così com'è stato faticoso e stressante il ritorno (per essere precisi proprio il ritorno a casa! Qualcuno di mia conoscenza sa di che parlo :D).

Proprio oggi ho dato il mio ultimo esame per questo semestre. E' andato bene e sono contento. In questi due mesi potevo sicuramente fare di meglio, ma è anche vero che potevo fare di peggio. Intanto, piano piano, inizio a vedere una luce in fondo al tunnel. Spero non sia un treno che viene contro.

La piscina (uffa, bastaaa!) è la cosa che mi sta tenendo in piedi ultimamente (lo so, è strano che a tenerti in piedi sia una cosa che fai stando in acqua, ma tutta la mia vita è parecchio strana). Nuova promozione, dalla vasca 1 alla 2. Ritmi ancora più veloci e perfezionamento della tecnica. E finalmente stile rana a tutta birra! Ho tanto da migliorare e nelle prime lezioni l'istruttore ha già cercato di correggermi delle cose che ero convinto di fare in maniera decente, ma non è la prima difficoltà che incontro, nè sarà l'ultima. Se penso che fino a tre mesi fa venivo relegato in una piscina a parte per super-dilettanti e ora sono qui, non posso lamentarmi. Basta crederci e aver voglia di lavorare, tutto qui.

Last, But Not Least... io e la mia ragazza non stiamo più insieme. Ma per parlare di questo argomento ci vorrebbe un intero blog a parte...

mercoledì 28 gennaio 2009

Cucù!

Dopodomani salgo a Bergamo con mia madre e tornerò dopo due giorni.

Mi spiace se sono sparito, ma fino a metà febbraio l'andazzo sarà questo.

Per quanto riguarda tutto il resto: vaffanculo.

mercoledì 14 gennaio 2009

Dove eravamo rimasti?

Sono vivo. Ho avuto raffreddore, mal di gola e un po' di febbre per qualche giorno e poi, come intuito dalla misteriosa "morosa", sono stato inghiottito dallo studio. Oggi, però, mi merito un po' di riposo e posso riaffacciarmi da queste parti. Poco tempo, che poi verrò inghiottito di nuovo.

Un bacio alla mia prof di letteratura spagnola che, appena seduto, mi fa: "Cos'ha? Nervoso?" E io: "Nooo! Perché dovrei?" Dopo il prof di lingua spagnola è sicuramente la mia preferita e mi piacerebbe fare la tesi con lei, ma so che pretende una media alta e non so se la mia le aggrada, dato che si aggira attorno al 17,9 (eeeeh, esagerato!).

Comunque, oggi pomeriggio accompagno il fratello all'aereoporto, stasera relax in piscina e domani, come premio, ceretta! Sarà una passeggiata, rispetto all'esame di oggi.

giovedì 1 gennaio 2009

Ecchime

Buon Natale, felice anno nuovo ecc. ecc.

Domani torno in piscina. Ci si vede.